«In pronto soccorso difficoltà ma non pazienti per terra»

Cartello divieto di fumo piazzale pronto soccorso

Mario Oppes direttore della struttura dell'AOU di Sassari esclude che gli utenti vengano messi per terra in attesa di essere visitati.


Sassari 21 gennaio 2019 - «Escludo categoricamente che il paziente sia stato posto per terra in attesa della visita. La foto è stata scattata nella sala riservata ai pazienti autosufficienti che dopo il triage attendono la visita medica. Durante questa fase gli infermieri monitorizzano l’evoluzione e di fronte a variazioni del quadro clinico possono cambiare il codice di priorità».

E così è stato per la vicenda di un paziente che – come riportato oggi dal quotidiano locale – appare fotografato di spalle e sdraiato a terra, su un fianco. Lo fa sapere il direttore del pronto soccorso dell'Aou di Sassari Mario Oppes che, a seguito della verifica interna avviata dalla direzione aziendale, ha ricostruito la vicenda attraverso il servizio informatico e dopo aver sentito il personale di turno.

Secondo la ricostruzione, al paziente, arrivato in pronto soccorso accompagnato dal 118 poco prima della una di notte, in considerazione delle sue condizioni di ingresso è stato assegnato il codice verde. All'uomo era già stata somministrata una prima terapia dal personale del 118. Al paziente quindi, poiché il 118 doveva proseguire il servizio, è stato proposto di lasciare la barella sulla quale era arrivato per sedersi su una sedia, e lo stesso avrebbe accettato di buon grado. Il paziente quindi è stato valutato dall’infermiere di triage alla 1,04 quindi una seconda volta alle 2,23. Dopo la seconda valutazione il paziente ha proseguito l'attesa nella sala dei codici verdi. A questo punto, l'attenzione degli infermieri sarebbe stata richiamata da un altro paziente in attesa che segnalava un uomo sdraiato per terra. L'infermiera di turno ha appurato la situazione, è stata subito messa a disposizione una barella per il paziente e, dopo essere stato cambiato il codice da verde a giallo, è stato preso in carico dal medico. Alle 6,41 il paziente è stato dimesso a domicilio asintomatico.

«Non ci stiamo a far dipingere la nostra struttura come un ospedale da campo – prosegue –. Non nascondiamo che, come nella maggior parte dei pronto soccorso di grandi dimensioni, i pazienti possono subire dei disagi, ma parlare di ospedale da terzo mondo mi pare offensivo. Nei Paesi del terzo mondo, infatti, purtroppo non riescono a garantire il livello di cure che ancora oggi noi possiamo permetterci».

Dal pronto soccorso, inoltre, fanno sapere che dal momento dell'arrivo del paziente (0,58) sino alle dimissioni, sono stati stati gestiti altri 42 utenti (quindi tutti presenti contemporaneamente all’interno della struttura), di questi 16 erano codici gialli, 23 verdi e 3 bianchi.

Da un mese, inoltre, dalle 8 alle 20, il pronto soccorso dispone di quattro medici in servizio (salvo assenze impreviste) e questo sta aiutando a ridurre proprio le attese.

«Nel mese di dicembre – conclude il direttore della struttura – l'incremento del numero dei medici ha prodotto una riduzione di 13 minuti nei tempi di attesa medi dei codici verdi. Rispetto ai dati riferiti all'intero anno 2018 parliamo di un meno 7 per cento. Se le cose dovessero restare tali, per il 2019 ci aspettiamo una riduzione notevole dei tempi d'attesa».