I medici si specializzano anche in elicottero

Formazione medici in elicottero 2019-2020
Grazie alla convenzione tra Aou di Sassari, Ateneo turritano e Areus gli specializzandi della Scuola di Anestesia e rianimazione possono formarsi nelle attività di soccorso sul territorio, nelle centrale operative del 118, a bordo di ambulanze e sull'eliambulanza.

Sassari 17 gennaio 2020 – Rappresenta una vera e propria novità formativa quasi impensabile o, addirittura, irraggiungibile sino a qualche anno fa. La convenzione stipulata tra l'Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, l'Ateneo turritano e l'Azienda regionale dell'emergenza-urgenza porta i medici in formazione specialistica della Scuola di Anestesia, rianimazione, terapia intensiva e del dolore dell'Uniss fuori dalle strutture ospedaliere e li mette direttamente a contatto con una realtà del tutto nuova: all'interno delle centrali operative del 118, a bordo delle ambulanze medicalizzate e, da osservatori, nelle elibasi e a bordo delle eliambulanze (Hems - Helicopter emergency medical service). Una convenzione che è stata produttiva sin da subito.

Si è conclusa di recente, infatti, l'esperienza dei primi tre medici in formazione che a dicembre hanno anche conseguito la specializzazione nella Scuola diretta dal professor Pier Paolo Terragni. «Abbiamo fatto un passo in avanti importante – afferma Giorgio Lenzotti, direttore generale di Areus – che dimostra la sensibilità e il ruolo che Areus deve avere a livello regionale. Si contribuisce a migliorare il livello di qualità, già alto, e a realizzare quello che sino a oggi non era mai stato fatto: portare nella formazione il soccorso sul territorio, come indispensabile parte del servizio dell'emergenza urgenza». Per i tre medici specializzandi il volo sull'elicottero Hems ha segnato la chiusura dell'attività formativa. Per tutti e tre è stata «un’esperienza validissima», anche se «è stata troppo breve», dicono Fabio Sechi, Serena Ghisaura e Marta Pulzone. Questa esperienza rappresenta un valore aggiunto per la scuola, «e consente a noi medici di entrare in contatto con la realtà del territorio». In questi mesi i tre specializzandi hanno vissuto quattro giornate intere al fianco degli specialisti del soccorso, nella elibase di Olbia, e hanno volato sull'Agusta AW 139, l'elicottero più grande a disposizione dell'Areus. Per alcuni di loro è stata anche l'occasione per vincere la paura del volo.

«C'è un approccio diretto sul campo – afferma Marta Pulzone – un contatto diretto, ti aiuta a contestualizzare e insegna la relazione tra medico, paziente e familiare». I tre si sono integrati con l'equipaggio che, ogni giorno, decolla a bordo dei mezzi gialli e rossi dell’Airgreen: due piloti, un tecnico verricellista, un tecnico del soccorso alpino, un medico e un infermiere. «Grazie a questa esperienza capisci qual è l'approccio del soccorritore al paziente – afferma Serena Ghisaura – come si valuta la scena, come si mette in sicurezza il paziente e quanto debbano essere rapidi i tempi di valutazione. Capisci quanto sia delicato l'intero intervento e l'errore può essere dietro l'angolo».


La formazione in elicottero
  • Formazione in elicottero 2019-2020
  • Formazione in elicottero 2019-2020
  • Formazione in elicottero 2019-2020
  • Formazione in elicottero 2019-2020 - Ghisaura, Sechi, Pulzone, Terragni
  • Scuola di specializzazione Anestesia e rianimazione



A seguirli e istruirli è stato l'anestesista-rianimatore dell'Aou di Sassari e responsabile medico della base gallurese Andrea Balata. «I medici specializzandi hanno avuto la possibilità di fare da passeggeri-osservatori e operare in sicurezza – racconta – quindi hanno preso confidenza con il funzionamento della base, l’hanno vissuta con la partecipazione, importante, al check e al briefing operativo». Per gli specializzandi è stata quindi l'occasione per conoscere l'intero percorso del servizio, dalla chiamata della centrale operativa all'arrivo sul posto, dall'intervento al trasferimento del paziente in ospedale. «È difficile trasmettere la complessità del servizio – aggiunge Fabio Sechi – durante il quale hai la gestione intensiva rianimatoria del paziente, in condizioni che talvolta non possono definirsi favorevoli dal punto di vista ambientale». Per loro è stata l'occasione per toccare con mano un’attività lavorativa. «L’obiettivo – riprende Balata – era quello di dare la possibilità di vivere una situazione differente rispetto a quella che si vive in ospedale».

Un'esperienza di alto livello, che arricchisce di competenze. «Per la nostra azienda, la formazione assume un carattere di rilievo – afferma Nicolò Orrù, direttore generale dell'Aou di Sassari – e questa convenzione è un punto di partenza importante. Consente di accrescere il valore e il livello del professionista quindi delle prestazioni che questo sarà in grado di erogare». Sulla stessa lunghezza d'onda il rettore dell'Università di Sassari. «Questa convenzione – spiega il rettore Massimo Carpinelli – è stata l’occasione d’incontro tra le esigenze formative del nostro Ateneo e il territorio, sempre più coinvolto nella preparazione dei giovani medici, futuri specialisti e operatori sul campo, con un ruolo di primo piano in un percorso professionale al passo con le più innovative richieste assistenziali».

Per i medici del futuro si aprono quindi nuove opportunità, occasioni di esperienza e di crescita, che consentiranno una formazione specialistica di alto livello.


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