Dal benessere dei singoli a quello dell'Azienda

Infermieri_libera daPixabay
Da un'indagine realizzata dalla Sorveglianza sanitaria è emersa una situazione di stress degli operatori, da ricercare anche nelle varie situazioni derivanti dalla pandemia di questi ultimi anni. L'Aou pronta a portare avanti un programma di supporto finalizzato a migliorare la vita lavorativa del personale sanitario.


Sassari 14 aprile 2022 - Una "indagine" sul personale, realizzata in due fasi precise del periodo pandemico, che hanno evidenziato una situazione di forte stress emotivo, data anche dalla percezione di un elevato carico lavorativo. E' quanto emerge dal lavoro realizzato dalla struttura della Sorveglianza sanitaria che ha intervistato 720 lavoratori dell'Aou di Sassari. Un'azione che ha trovato il supporto della direzione aziendale decisa a portare avanti un programma finalizzato a migliorare la vita lavorativa del personale sanitario.

E se da una parte sono state riscontrate condizioni di esaurimento delle risorse psico-fisiche quindi anche emotivo, dall'altra l'Azienda ha creato una serie di reti di sostegno attraverso un gruppo psicologico della Sorveglianza sanitaria - con l'aggiunta di uno psicologo -, della Psichiatria e della Psicologia ospedaliera. Quindi l'apertura di canali di ascolto e sostegno psicologico sempre disponibili sia individuali, con colloqui con i singoli operatori, sia di gruppo, attraverso tecniche che mirano a migliorare le strategie comunitarie di resilienza.

Le rilevazioni sul personale sono state realizzate in due periodi differenti: nella fase successiva alla prima ondata pandemica, cioè tra agosto e settembre 2020, quindi a un anno di distanza, durante la manifestazione della terza ondata.

Lo hanno spiegato nei giorni scorsi Antonello Serra, responsabile della Sorveglianza sanitaria dell'Aou di Sassari, e Giovanni Carprentras, psicologo della struttura di via Matteotti che ha condotto le indagini sul campo. Durante la riunione in videoconferenza, i due specialisti hanno illustrato ai direttori aziendali e a quelli delle strutture ospedaliere le tecniche di analisi utilizzate, «a partire dalla somministrazione via mail di questionari psicometrici a tutti i dipendenti, con un'altissima adesione».

Sono stati analizzati i fattori dell'organizzazione aziendale e cioè il carico di lavoro percepito, il supporto dei capigruppo e dei colleghi, la funzionalità e la sicurezza degli ambienti di lavoro, la condivisione dei principi etici quindi il rispetto della persona. A questi si aggiunge l'analisi delle manifestazioni di disagio psicologico nelle sue classiche dimensioni: esaurimento emotivo, riduzione della empatia, fiducia nel futuro.
Carpentras ha spiegato che "nella prima fase dello studio gli aspetti negativi causa dello stress sono stati l'elevato carico lavorativo, i turni lunghi e la paura della malattia per sé e per i familiari. Nella seconda fase l'aspetto negativo, invece, è stato rappresentato dalle ondate di ripetute condizioni emergenziali. Ma se nella prima fase l'aspetto del riconoscimento sociale e la coesione di gruppo sono stati aspetti positivi per il lavoratore, nella seconda fase l'operatore - spinto forse da un senso di difesa - si è chiuso in una sorta di guscio impermeabile che ha ridotto l'empatia verso gli altri".

Da qui il supporto agli operatori sanitari con alcune azioni già in fase di attuazione come lo sportello di consulenza psicologica per il singolo sempre disponibile.
"Siamo in una fase iniziale e di sperimentazione - ha aggiunto Antonello Serra - e stiamo iniziando grazie all'apporto di tutti i nostri psicologi, dei nostri psichiatri ospedalieri. Dobbiamo entrare nei posti di lavoro e mettere in opera quei meccanismi che hanno animato le squadre di emergenza che entrano in funzione, a esempio, durante i terremoti. Certo, nella sanità non abbiamo una esperienza di questo tipo e ci stiamo ponendo noi in gruppi, cercando di condividere interventi in grado di dare una risposta anche strategica".
L'obiettivo è, infatti, realizzare un'attività strutturata di supporto ai gruppi di lavoro per migliorare, attraverso percorsi scientificamente validati, i meccanismi interni di coesione, funzionalità e resilienza.

Tra le azioni suggerite per un miglior benessere del dipendente quindi quello di avere un'azienda smart in cui si attivino spazi comuni come una palestra aziendale, un asilo aziendale e una mensa. Quindi ancora occasioni di condivisione di vita di comunità aziendale, anche attraverso un'app di informazione. La vision è anche quella di un'azienda smart nei rapporti con il cittadino, in grado di dare loro un accesso più facile alle informazioni sui propri cari ricoverati nel pronto soccorso e nei reparti, una rete di divulgazione aggiornata in tempo reale sulla attività dell’ospedale e sui servizi erogati.

"La sfida vera - ha detto il direttore generale Antonio Lorenzo Spano - sarà quella di individuare una serie di proposte operative che possano fare in modo che questo stato di malessere venga, almeno, mitigato. Ci sono quindi già una serie di proposte mentre altre potranno essere fatte dagli stessi operatori che soffrono questa situazione di disagio, così da poter risollevare la situazione. Intanto, si sta lavorando in un ottica di maggior coinvolgimento, di maggiore comunicazione tra azienda e dipendenti, anche attraverso un nuovo sistema di email aziendali che saranno disponibili per tutti. E ancora, spazi comuni come la palestra, che è una promessa che ci eravamo fatti, così come l'asilo nido".

"Questo studio - ha concluso Franco Bandiera, direttore sanitario dell'Aou - è uno strumento importante per il benessere dell'operatore sanitario che potrà avere un riflesso positivo sull'assistenza dei nostri pazienti".

Lo studio realizzato dalla Sorveglianza sanitaria sarà presentato il prossimo settembre a Genova, in occasione del congresso nazionale di Medicina del Lavoro.