Prolasso e incontinenza urinaria, patologie di società che invecchia

Convegno Prolasso
A Sassari nei giorni scorsi il congresso dall’Associazione italiana di urologia ginecologica durante il quale si è parlato dei percorsi diagnostici adeguati e terapie mirate. La Ginecologia e Ostetricia dell’Aou Centro di riferimento regionale con l’ambulatorio di Uroginecologia e diagnosi e cura delle disfunzioni del pavimento pelvico femminile

Sassari 5 ottobre 2022 – Nelle donne che si trovano in menopausa iniziale o nella post menopausa avanzata, il prolasso e l’incontinenza urinaria sono due patologie con un’alta incidenza. Nel prolasso la percentuale delle donne interessate cresce con l’aumentare dell’età, nel secondo caso, in Italia, a soffrirne sono circa 3 milioni di donne. Si tratta di fenomeni tipici di una società che tende a invecchiare e l’aumento della popolazione femminile anziana determinerà un aumento esponenziale di queste patologie e dei rispettivi interventi chirurgici.

Il prolasso genitale e l’incontinenza urinaria della donna sono stati al centro del convegno UroGyn Day 2022, che il 22 e il 23 settembre si è tenuto nell’aula magna del complesso biologico di viale San Pietro a Sassari. L’incontro, organizzato dall’Associazione italiana di urologia ginecologica (Aiug) in collaborazione con il direttore dell’Ostetricia e Ginecologia dell’Aou di Sassari professor Giampiero Capobianco, ha visto protagonisti medici, chirurghi colonproctologi, ginecologi, ostetriche e infermieri ed è stato occasione per mettere al centro il ruolo del chirurgo, dello psicologo e del consultorio territoriale. È stato anche ricordato che per queste due patologie l’Aou di Sassari è Centro di riferimento regionale con l’ambulatorio di “Uroginecologia e diagnosi e cura delle disfunzioni del pavimento pelvico femminile”.

Secondo i dati a disposizione dell’Aiug nella popolazione generale, in una fascia di età compresa tra i 20 ei 50 anni, il prolasso ha una prevalenza media del 30,8% con incrementi relativi all'aumento dell'età, mentre tra i 20 ei 29 anni la prevalenza è del 6,6%, sale al 55,6% per donne tra i 50 e 59 anni.
Il prolasso è la caduta dell’utero e delle pareti vaginali anteriori e posteriori, tali da costituire un disagio psicofisico per la donna. Sono colpite, soprattutto, le donne obese, quelle che hanno avuto parti vaginali multipli e quelle che hanno avuto parti vaginali con bambini che, al momento del parto, hanno avuto un peso superiore ai 4 kg.
Sono diverse le terapie adottabili, da quella medico-riabilitativa a quella chirurgica.
La terapia medico-riabilitativa è indicata quando si tratta di un prolasso iniziale. È chiaro che all’attività di riabilitazione devono essere associati anche altri interventi: uno stile di vita sano e la ginnastica che rendono tonico il pavimento pelvico. «Il prolasso va prevenuto in giovane età – afferma il professor Capobianco –. La ginnastica in gravidanza è importante, ecco perché sono consigliati i corsi di preparazione al parto. E in questo settore, le nostre ostetriche hanno un importante bagaglio di esperienza».
I sintomi del prolasso sono diversi: senso di pesantezza al perineo, dolore alla schiena, difficoltà a urinare o andare di corpo quindi dolore durante i rapporti sessuali. E i sintomi sono tanto più gravi quanto più alto è il grado del prolasso.
La Ginecologia e Ostetricia di Sassari realizza in media 2 interventi chirurgici di prolasso a settimana. La chirurgia vaginale è il gold standard nelle cure chirurgiche della patologia, anche se quella mininvasiva robotica e laparoscopica stanno diventando sempre più crescenti.

L’incontinenza urinaria, come il prolasso, è una patologia che riguarda la “terza fase della maturità” della donna ma può insorgere anche in età fertile. L’obesità, l’ereditarietà, malattie neurologiche e il prolasso genitale sono tra i vari fattori che possono determinare e aumentare il fenomeno. L’incontinenza urinaria femminile interessa il 25% delle donne nell’arco della loro vita, aumenta con l’aumentare dell’età e colpisce sino al 60 per cento delle donne in post-menopausa.
È chiamata anche “malattia silenziosa” perché le donne spesso si rifiutano di parlarne ma che, se non curata in tempo, peggiora progressivamente. È una patologia invalidante che altera la qualità della vita e ha importanti costi per la società per disabilità associate.
«È causata da un indebolimento del pavimento pelvico – spiega Capobianco – e da una diminuzione della tonicità dello sfintere dell’uretra, ed è frequente nelle donne in sovrappeso e obese». La forma più frequente è quella da sforzo (50% dei casi), seguita da quella da urgenza quindi da forme miste.
«Ecco perché – aggiunge ancora il docente – è necessaria un’adeguata diagnosi, con l’avvio di percorsi diagnostici terapeutici assistenziali mirati».

Cosa fare? Il consiglio dello specialista è modificare lo stile di vita, eliminare i fattori che possono alimentare il problema, come la caffeina, la teina e il fumo quindi dimagrire se si è sovrappeso oppure obese. «Il primo step è la riabilitazione – conclude Capobianco –. La chirurgia entra in campo soltanto dopo il fallimento della terapia comportamentale e riabilitativa».