Gennaio e i "Giorni della Merla"

Carlo Usai presidente Fadoi
Come affrontare il freddo per preservare la salute. Consigli pratici, approfondimenti sulle infezioni respiratorie e l'importanza dei vaccini


Sassari 26 gennaio 2024 - Con l'avvicinarsi dei "Giorni della Merla", quei giorni finali di gennaio noti per il loro rigore, ci troviamo immersi in un inverno che ha giò fatto sentire le prime avvisaglie del freddo. Questo clima gelido non solo caratterizza le nostre giornate, ma influisce significativamente sulla salute, in particolare sulle persone più vulnerabili.
Abbiamo intervistato il dottor Carlo Usai, direttore della struttura complessa di Medicina interna, per comprendere come il freddo impatti sulla nostra salute, con un focus sulle infezioni respiratorie.

Attraverso questa conversazione, esploreremo il legame tra il periodo dei "Giorni della Merla", le condizioni meteorologiche avverse e i rischi per la popolazione, specialmente per gli anziani e coloro con patologie croniche. Scopriremo anche consigli pratici per proteggersi e affrontare al meglio questa fase critica dell'inverno, e l'importanza dei vaccini nell'attuale contesto.

Con l'approfondimento del dottor Usai, ci addentreremo in una panoramica informativa per affrontare il freddo in modo consapevole e preservare la nostra salute.

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Dottor Carlo Usai, siamo in un periodo molto freddo. Questo gennaio, in particolare i giorni 29, 30 e 31, è conosciuto anche come il periodo dei giorni della merla. Con questo freddo, si stanno riacutizzando le infezioni virali respiratorie. Qual è la situazione?

La situazione che abbiamo osservato nella stagione invernale e in questi mesi di dicembre e gennaio, che si sta concludendo, si è modificata dal punto di vista epidemiologico. La lunga stagione invernale ha mostrato un indebolimento indotto dagli ultimi anni di pandemia da COVID-19 sulle nostre difese immunitarie. Pertanto, nell'ultimo mese abbiamo assistito a un aumento e a una recrudescenza delle infezioni respiratorie legate all'arrivo del freddo. Quest'anno, in modo più significativo, si è verificato un aumento dei ricoveri legati a infezioni virali, con un coinvolgimento dell'apparato respiratorio e insufficienza respiratoria. Ciò è dovuto non solo alla parziale ripresa delle infezioni da SARS-CoV-2, ma anche a una recrudescenza delle influenze e delle complicanze ad esso correlate, come polmoniti batteriche sovrapposte all'infezione virale. Nei mesi di dicembre e gennaio, si è registrato un notevole aumento dei ricoveri ospedalieri, soprattutto nella popolazione anziana e in coloro che soffrono di malattie croniche, causando uno squilibrio nelle patologie croniche come lo scompenso cardiaco e la bronchite cronica.

Chi corre il rischio maggiore con il freddo?

Certamente la popolazione anziana, considerando che l'Italia ha un'età media elevata e è più esposta alle infezioni respiratorie e alle variazioni stagionali. Recenti pubblicazioni della Società Italiana di Geriatria evidenziano come l'abbassamento delle temperature di 5 gradi, riscontrato in questi giorni in tutta Italia, possa compromettere significativamente i meccanismi di difesa del sistema immunitario, soprattutto a livello nasale, portando a un aumento del rischio.

Qual è il legame tra cuore e freddo?

Il cuore è fortemente influenzato dal freddo, con meccanismi di compensazione che, in condizioni normali, determinano una vasocostrizione periferica. Tuttavia, nelle persone con malattie croniche, come gli arteriopatici, questa vasocostrizione può causare un aumento della pressione arteriosa, rappresentando un rischio cardiovascolare. Durante la stagione invernale, le terapie antipertensive dovrebbero essere adeguatamente modificate. Il freddo può portare a un "compensazione labile" nelle persone croniche, contribuendo alle riacutizzazioni delle malattie cardiovascolari.

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GUARDA L'INTERVISTA CON IL DOTTOR CARLO USAI - PARTE 1
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Abbiamo accennato ai problemi respiratori: il naso è la porta di ingresso dei virus e il tutto si ripercuote anche sulle basse vie respiratorie.

Quest'anno, in modo più rilevante rispetto agli anni precedenti, le infezioni virali hanno interessato significativamente l'apparato respiratorio. La nostra memoria immunitaria, preservata dalle mascherine degli ultimi anni, potrebbe essere stata parzialmente esposta. Le infezioni hanno coinvolto non solo le vie respiratorie superiori, ma anche causato polmoniti virali o batteriche. Si sta osservando un aumento delle polmoniti batteriche comuni, come quelle da Pneumococco, soprattutto nella popolazione anziana. La vaccinazione antinfluenzale e contro il pneumococco è fortemente consigliata.

I vaccini sono ancora validi?

I vaccini rimangono validi e sono consigliati, considerando la prolungata stagione influenzale e le possibili giornate fredde che possono persistere nei prossimi mesi. La popolazione anziana dovrebbe essere particolarmente incoraggiata a vaccinarsi contro l'influenza e il pneumococco.

Cosa possiamo fare per proteggerci dal freddo?

È importante proteggere le vie aeree respiratorie, specialmente in giornate fredde, utilizzando sciarpe, maglioni e indumenti resistenti al vento. Gli anziani dovrebbero prestare attenzione all'abbigliamento, uscendo nelle ore più calde e mantenendo gli ambienti domestici riscaldati e asciutti. Mantenere temperature costanti evita sbalzi termici che potrebbero causare complicanze.

Cosa fare ai primi sintomi?

Ai primi sintomi di infezioni virali, specialmente nelle persone con malattie croniche, è importante assumere farmaci sintomatici e consultare il medico di famiglia per un adeguato adattamento terapeutico. In casi più gravi, è consigliabile ricorrere a una visita specialistica solo dopo aver consultato il medico curante.

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GUARDA L'INTERVISTA CON IL DOTTOR CARLO USAI - PARTE 2
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