A Sassari la cura dei tumori del vestibolo nasale



La Clinica Otorinolaringoiatrica dell’Aou di Sassari riferimento in Italia per una patologia che può avere un effetto devastante sulla vita del paziente. Nell’aula magna dell’Università di Sassari il convegno organizzato in occasione delle celebrazioni di San Biagio, patrono degli otorini



Sassari 6 febbraio 2024 - Per i tumori del vestibolo nasale esiste un approccio terapeutico "rivoluzionario", che combina una fase chirurgica con un metodo “estetico”: è la radioterapia interventistica. In questi ultimi anni ha preso il posto della chirurgia tradizionale che, il più delle volte, portava all'amputazione del naso e a difficili interventi ricostruttivi, e un impatto devastante sulla vita del paziente. Questa nuova metodica prevede una somministrazione precisa, e sostanzialmente priva di effetti collaterali, di un’altissima dose di radioterapia focalizzata sul tumore. «E i risultati sono sorprendenti anche per noi, con la cura del tumore del naso senza necessità di doverlo amputare in più del 90 per cento dei pazienti». Parole del professor Francesco Bussu che lunedì sera nell'aula magna dell'Università di Sassari - in occasione delle celebrazioni del patrono degli Otorini, San Biagio - ha parlato al numeroso pubblico della "realtà svelata dei tumori del vestibolo nasale. Un’avventura fatta di incontri e opportunità".



«Si tratta di risultati – ha aggiunto Bussu – che hanno spinto i migliori centri d’Italia a mandare a Sassari i loro pazienti con tumore del vestibolo. Nel 2023, per quanto ne sappiamo, risultiamo essere il centro con il maggior numero di casi in Europa, l’85 per cento venivano dal Nord Italia, in particolare da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna».



Un lavoro, quello svolto dalla Clinica di Otorinolaringoiatria, che si è tradotto anche in pubblicazioni scientifiche – l'ultima anche con la prestigiosa la casa editrice Springer – che hanno permesso di codificare e far conoscere il comportamento di questa patologia.



I tumori del vestibolo nasale fanno parte di quella categoria di tumori maligni dell'area testa-collo. Sono i più frequenti tra quelli del naso e dei seni paranasali e quelli storicamente affetti dalle maggiori incertezze nella fase diagnostica, classificativa e terapeutica. «Tali incertezze derivano dalla scarsa conoscenza della clinica, perché – ha spiegato ancora Francesco Bussu – fino ad ora questi tumori sono stati spesso equiparati ai tumori della pelle pur essendo di fatto tumori del naso. Tale confusione ha contribuito ad approcci che, negli anni, hanno determinato spesso dei risultati disastrosi da un punto di vista terapeutico. In particolare la sottostima della reale frequenza di questa malattia, classificata spesso come tumore della pelle e che porta a un trattamento inappropriato, che deriva da una diagnosi sbagliata o da una mancata conoscenza del comportamento di queste malattie».



Una testimonianza dell'importante ruolo "giocato" dalla Clinica dell'Aou di Sassari lo ha portato la 27enne musicista padovana Ludovica La Marca, che ha raccontato la sua esperienza di mobilità dal Veneto alla Sardegna per essere curata con successo a Sassari.



Tra le novità messe in evidenza durante il convegno la crescita clinica con i primi impianti cocleari, gli interventi complessi nei neonati e nei bambini al di sotto di tre anni quindi la riapertura della scuola di specializzazione.

E tanti erano gli studenti presenti in aula magna. Un segno che «la scuola, la disciplina suscita interesse – ha detto il rettore dell’Università di Sassari, professor Gavino Mariotti – che unisce materie contingenti, come la Chirurgia plastica, la Radioterapia, l'Oculistica e l’Oncologia, una sinergia di branche che vanno a integrarsi in quel concetto interdisciplinare sui temi. Tante materie che si occupano di più parti e portano una produzione scientifica importante».



L'intervento del professor Vincenzo Valentini, già direttore della Radioterapia e del dipartimento di Oncologia del Gemelli, ed ora direttore del dipartimento di Oncologia dell’Ospedale Fatebenefratelli all’Isola Tiberina a Roma, ha trasportato l’uditorio dall’ambito clinico a quello umanistico e quindi olistico, partendo proprio dalla figura di San Biagio. Sua la relazione incentrata su "Umanesimo e Medicina: da San Biagio alla Medicina della Persona nella Moderna Oncologia".



Le celebrazioni per il santo patrono si sono aperte lunedì mattina con la tradizionale colazione a base di cioccolata e maritozzi, nella biblioteca della Clinica Otorinolaringoiatrica, alla presenza dell’arcivescovo Gian Franco Saba – accompagnato dai cappellani ospedalieri don Piero Bussu, don Virgilio Businco e padre Eugenio Pesenti – che ha portato un saluto e una benedizione ai pazienti del reparto, quindi del direttore generale dell’Aou, Antonio Lorenzo Spano, e della direttrice sanitaria, Lucia Anna Mameli. A chiudere l'appuntamento in serata, infine, è stata la messa celebrata nel duomo di San Nicola dall'arcivescovo sassarese e l'ostensione della preziosa reliquia del Santo conservata a Sassari da almeno sei secoli. Un piccolo tesoro della città turritana.