La chirurgia robotica: tra innovazione e moda

Carlo Doria
Pubblichiamo l'intervento del direttore della Clinica Ortopedica Carlo Doria. "La chirurgia robotica potrà trovare impiego routinario nel futuro. Attenzione ai costi"

Sassari 10 febbraio 2020 - La mia è l’esperienza di chi ha studiato ed imparato la chirurgia ortopedica tradizionale, dove il motto di un tempo era “grande taglio, grande chirurgo”, e negli anni ha vissuto l’evoluzione di metodiche sempre meno invasive finalizzate a preservare il più possibile l’integrità dei tessuti raggiungendo il medesimo obiettivo, sia esso l’impianto di una protesi articolare che la sintesi di una frattura vertebrale.

E’ innegabile che le innovazioni tecnologiche hanno consentito un incremento delle possibilità tecniche sia in termini di quantità che di qualità e sicurezza delle prestazioni terapeutiche offerte; dunque è plausibile che nella percezione dell’opinione pubblica vi sia un rapporto diretto tra efficacia delle cure e dotazione di macchinari all’avanguardia, i quali godono spesso di una fama sproporzionata, stando a certa narrativa scientifica che ce li presenta dotati di volontà propria e capacità di discernimento. Siamo ben lontani dall’aver capito in cosa consista l’Intelligenza, figurarsi se siamo stati capaci di infonderla nei nostri artefatti ! Per ora dobbiamo accontentarci di strumenti che, seppur altamente tecnologici, hanno bisogno di essere guidati ed istruiti da esseri senzienti, ovvero capaci di proporsi uno scopo e servirsi dei mezzi più adeguati per raggiungerlo.

Fatta questa doverosa premessa, riconoscendo alle macchine il ruolo che è loro proprio senza la presunzione di poterne fare a meno, ma non riponendo in esse attese eccessive, tracciamo un quadro sommario sull’utilizzo della robotica in chirurgia.

La letteratura è pressoché concorde nell’indicare le chirurgie uro-ginecologica e laparoscopica come l’ambito in cui l’uso della robotica permette di eseguire numerose procedure complesse con maggiore precisione rispetto alle tecniche convenzionali in quanto facilita e perfeziona, ampliandola, le gestualità dell’atto chirurgico.

Nella chirurgia ortopedica, la robotica viene impiegata essenzialmente nella protesica di ginocchio e di anca. Il sistema è “chiuso”, ovvero vincolato all’utilizzo di impianti dedicati mono-marca e per alcuni robot presuppone l’effettuazione di un esame TC pre-operatorio sul distretto da trattare, con esposizione del paziente a dosi di radiazioni ionizzanti di gran lunga superiori rispetto al semplice esame radiologico che routinariamente si esegue pre-operatoriamente. Dalla letteratura internazionale si evince come la robotica in ortopedia possa rappresentare un valido supporto tecnico, a patto che venga rispettata la curva di apprendimento e con un target minimo di casi annui. L’impianto delle protesi mono-compartimentali di ginocchio rappresenta l’indicazione principe perché permette una preparazione micrometrica dei tagli ossei nel rispetto del planning pre-operatorio, garantendo un perfetto bilanciamento legamentoso. Nella chirurgia protesica totale di ginocchio il principale vantaggio risiede nella minore invasività. In questa chirurgia l’impiego della robotica consente, inoltre, il controllo millimetrico degli assi anatomici laddove nella tecnica tradizionale ciò avviene manualmente in base all’esperienza del chirurgo. E’ opinione condivisa che la chirurgia protesica d’anca tradizionale, se eseguita da mani esperte, abbia raggiunto ottimi risultati in termini di outcomes. L’ausilio della robotica consentirebbe un posizionamento più preciso e riproducibile delle componenti protesiche, il che offrirebbe la garanzia di una più lunga sopravvivenza dell’impianto correlata ad una migliore distribuzione dei carichi e una riduzione degli attriti sulle superfici, ma la sua reale efficacia resta ancora da dimostrare, come anche riportato in un recente lavoro del Prof. Fabio Catani, massimo esperto italiano di robotica, che scrive: “…la tecnica robotica rappresenta un prezioso strumento tecnologico che può innovare l’artroplastica totale d’anca, tuttavia, ulteriori studi a lungo termine sono necessari per giustificare i costi aggiuntivi’’.

Giova ribadire che la diagnosi, l’indicazione ed i settaggi delle apparecchiature sono di pertinenza umana, perciò è l’uomo a dover governare l’intero processo. Se vissuta con consapevolezza e spirito critico, l’esperienza della chirurgia robotica potrà trovare impiego routinario nel futuro, tenendo però presenti gli elevati costi, di gestione oltre che di acquisizione, e verificando che siano commisurati ai vantaggi che è lecito attendersi dal suo utilizzo. Se è vero che guidare una Ferrari non ci rende piloti provetti, è bene che l’opinione pubblica, della cui volontà la politica si fa interprete, non vada alla ricerca di nuove mode che il mercato offre ma si affidi alla professionalità e competenza di specialisti seri, non disposti ad accrescere la propria statura culturale con mere operazioni di marketing e capaci di non cadere nella trappola di chi ‘quando impara ad usare il martello tutto gli sembra un chiodo’.