Il 17 novembre la Giornata internazionale della prematurità. Maria Antonia Cossu (Tin): «Il nostro obiettivo è prenderci cura del neonato e della sua famiglia». In un video, realizzato per l’occasione, le testimonianze di una mamma e di un papà e dei loro piccoli nati pretermineSassari 16 novembre 2022 – "
L'abbraccio di un genitore: una terapia potente. Sostenere il contatto pelle a pelle fin dal momento della nascita". È questo il messaggio che quest’anno la
Sin, la Società italiana di neonatologia, lancia e che viene ripreso dalla
Terapia intensiva neonatale e Neonatologia dell’
Aou di Sassari in occasione della
Giornata internazionale della prematurità, in programma per il 17 novembre.
L’
obiettivo della giornata, istituita nel 2011, è sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della prematurità e dare così voce alle famiglie dei piccoli pazienti "nati troppo presto".
Il tema di questa edizione è
l’abbraccio, come simbolo dell’accoglienza, non solo del bambino ma di tutta la sua famiglia.
«È l'occasione per sensibilizzare la società alle problematiche che questi piccoli e le loro famiglie hanno dal momento della loro nascita e per i primi anni della loro vita», afferma
Maria Antonia Cossu, dirigente della Tin e Neonatologia dell'Aou di Sassari.
Sono
piccoli fragili ma tenaci che, per essere sostenuti ad affrontare la vita postnatale dopo il distacco improvviso dalla loro mamma, richiedono l’assistenza e le cure appropriate del personale delle Tin, caratterizzate da alta specializzazione e tecnologia. Ed ecco allora che la peculiarità delle terapie intensive neonatali, è quell'abbraccio che unisce il neonato, la famiglia e gli operatori nel prendersi cura non solo dei suoi bisogni di salute ma, soprattutto, cercare di garantire un adeguato sviluppo neuro-comportamentale.
Secondo i dati del
ministero della Salute, sono circa
30mila ogni anno in Italia i bambini che nascono prima della trentasettesima settimana gestazionale. Un dato che non si è modificato nel periodo caratterizzato dalla pandemia da Covid, mentre nelle donne in gravidanza che hanno contratto il Sars Cov-2 si è avuta una crescita di quasi il 20 per cento di nascite pretermine.
Il 2022 vuole quindi segnare l’
avvio di un percorso di ritorno alla normalità, dopo due anni di pandemia, e superare quella separazione che, a causa del Covid, piccoli, mamme e papà hanno dovuto vivere.
Per celebrare questa giornata, l’
Aou di Sassari ha realizzato
un video che già da oggi sarà riprodotto sui monitor aziendali installati agli ingressi degli ospedali e nelle sale d’attesa, all’esterno dei reparti. Protagonisti saranno gli operatori che lavorano all’interno della Tin e Neonatologia e, in particolare, due genitori, Roberta mamma di Matilde e Dario babbo di Maia. Sono loro che raccontano le paure, le emozioni, la gioia di stringere a sé la loro piccola bambina e di sentire il contatto pelle a pelle. E poi, a completare il tutto le fotografie dei piccoli, il giorno del loro ingresso in Tin a confronto con la situazione di oggi, abbracciati ai loro genitori.
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GUARDA IL VIDEO PER LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA PREMATURITA'_________________________________________________________________________________
Ed è proprio da qui, dall’
abbraccio dei genitori ai loro piccoli che quest’anno si vuole partire per sottolineare il ruolo delle Tin. «Le terapie intensive sono molto tecnologiche – riprende
Maria Antonia Cossu – e possono sembrare “fredde”, con apparecchiature all’avanguardia, incubatrici, ventilatori, monitor che suonano. Ecco che l'abbraccio trova la sua massima espressione nella Kangaroo mother care dove il contatto pelle a pelle determina, da parte dei genitori, quelle stimolazioni visive, uditive, olfattive e tattili fondamentali per il benessere del piccolo, ponendo le basi per gli effetti benefici a lungo termine. La
Kangaroo mother care permette di esercitare il ruolo di genitore, improvvisamente interrotto dalla nascita pretermine».
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LE BAMBINE E I BAMBINI DELLA TIN IERI E OGGI__________________________________________________________________________________
«Il neonato – chiude la dottoressa
Cossu – va preso in cura dalle nostre strutture insieme ai genitori, perché questo è quello che influirà positivamente sia sulla sua vita sia su quella della famiglia».